FAQ
Domanda:
Cosa è un fondo pensione?
Un fondo pensione è uno strumento di risparmio di lungo periodo.
Consente, una volta raggiunto il pensionamento, di disporre di una rendita periodica mensile (o con periodicità maggiori di un mese, fino ad un anno) ed eventualmente di un capitale pari al 50% di quanto accumulato, che può arrivare fino al 100% nel caso il capitale accumulato e rivalutato sia particolamente basso.
Consente inoltre di beneficiare di vantaggi fiscali durante la fase attiva, ovvero quando si versa.
Domanda:
Perché mi conviene un fondo pensione?
Perché sarà un risparmio sul quale contare, da affiancare alla pensione.
Secondo la Commissione di vigilanza sui fondi pensione "e;se sei un giovane lavoratore dipendente che entra oggi per la prima volta nel mercato del lavoro e che andrà a riposto dopo il 2040, otterrai una pensione che grosso modo sarà pari al 60-65% dell'ultimo stipendio lordo, ipotizzando una figura tipo di lavoratore con 67 anni di età e 37 anni di contributi versati senza interruzioni.
Se sei, invece, un giovane lavoratore autonomo che va in pensione alla stessa età e con gli stessi contributi versati, il tuo assegno sarà pari a circa il 40-45% dell'ultimo reddito lordo da lavoro.”
Nel caso si abbia bisogno del proprio capitale prima di andare in pensione, è possibile richiedere un'anticipazione (fino all'80% per l'acquisto della prima casa e per spese sanitarie, fino al 30% per altri casi).
Domanda:
Quali sono i vantaggi fiscali di un fondo pensione?
Durante la fase attiva si possono dedurre dal proprio reddito i versamenti annui effettuati fino ad un massimo di 5.164,57 euro.
Questo significa che, versando 1.000 euro all'anno, l'anno successivo si recupererà da 230 a 430 euro a seconda dello scaglione di tassazione in cui si ricade.
E' possibile dedurre dal reddito i propri versamenti e il versamento obbligatorio o facoltativo del datore di lavoro, mentre il tfr non gode di questa agevolazione.
A proposito del contributo del proprio datore di lavoro, è obbligatorio in caso si scelga un fondo pensione di categoria o territoriale (i cosiddetti "e;fpn”) mentre per i fondi ad adesione collettiva od individuale (fondi pensione aperti e piani individuali pensionistici) occorre verificare con il proprio datore di lavoro se è previsto il contributo.
Il rendimento annuo gode anch'esso di un piccolo incentivo, ovvero la tassazione è ridotta dal 26% al 20% (e nel caso si investa in titoli di Stato non si ha incentivo, ovvero la tassazione sul rendimento è pari al 12,5% come per gli altri strumenti finanziari che investono in titoli di Stato).
Una volta in pensione solo sulla parte di capitale corrispondente ai contributi dedotti durante la fase attiva si applicherà un'imposta, pari al 15%, che può scendere fino al 9%.
Per scendere al 9% e quindi massimizzare i vantaggi fiscali è necessario avere un fondo pensione attivo per almeno 35 anni, in quanto dal 16° anno di permanenza l'imposta scende delllo 0,3% all'anno.
Domanda:
Quanto mi conviene versare al mese?
Dipende dalle proprie disponibilità e da quanto si vuole avere una volta in pensione.
Si può anche aumentare la contribuzione, ovvero il proprio risparmio accantonato periodicamente, nel tempo, in base alle proprie disponibilità.
Quello che è certo è che conviene aderire da giovani, in modo da massimizzare i benefici fiscali.
Domanda:
Meglio un fondo di categoria o un fondo che vende la mia banca o il mio assicuratore?
Un fondo di categoria o territoriale consente di beneficiare del contributo obbligatorio del proprio datore di lavoro.
Ciò significa che il datore di lavoro è obbligato a versare un contributo, di norma previsto nel ccnl e riportato nelle condizioni contrattuali del fondo di categoria.
Per i fondi pensione aperti e per i piani individuali pensionistici, venduti da banche, assicurazioni, sim e sgr il contributo in genere non è obbligatorio, ma è facoltà del datore di lavoro concederlo.
Qualunque sia la scelta è comunque di fondamentale importanza tenere d'occhio i costi.
Secondo la Commissione di vigilanza sui fondi pensione "e;se contribuisci per 35 anni a una forma pensionistica complementare e paghi costi superiori dell'1% rispetto a quelli che pagheresti aderendo a un'altra forma pensionistica otterrai, a parità di altre condizioni, una
pensione complementare di circa il 16% più bassa.”
Questo significa che scegliere un fondo pensione con un isc (indice sintetico di costo) più basso di altri prodotti, a parità di condizioni, è sicuramente un primo risparmio importante.
La seconda scelta importante da fare è sul grado di rischio, scelta per la quale è importante confrontarsi con chi sta offrendo il prodotto.
Generalmente si consiglia di rischiare di più in età più giovane, per ridurre il rischio con l'avanzare dell'età, ma la scelta è personale e deve tenere in considerazione le caratteristiche del singolo risparmiatore.